Chiesa di S. Stefano
Tratto da: "Testimonianze archeologiche a S. Stefano di Garlate" 2002.
Gli scavi eseguiti dal 1995 al 1997 per il rifacimento dell’impianto di riscaldamento e della pavimentazione della Parrocchiale di S. Stefano hanno confermato la sua origine paleocristiana, con la presenza fino alla fine del XVI secolo di tre chiese: S. Stefano, S. Agnese e S. Vincenzo.
L’area nella quale vennero erette le tre chiese era all’inizio occupata da una villa romana costruita nel I secolo d.C.
Da essa, probabilmente attorno alla metà del V secolo, venne ricavato un mausoleo, che venne poi trasformato in oratorio nel VII secolo grazie all’aggiunta di un’abside.
Dopo la completa demolizione dell’oratorio altomedioevale venne costruita una chiesa a tre navate e due absidi alla fine del X/ inizi dell’XI secolo.
Con l’eccezione del campanile e di alcuni tratti di muratura, la chiesa romanica viene ricostruita ridotta ed in forme barocche nel 1665. Infine nel 1896 il luogo di culto viene ampliato verso ovest con la costruzione di una nuova abside in sostituzione di quella orientale demolita, per far posto alla nuova facciata.
Delle tre chiese sopravvive ora in alzato solo S..Stefano, mentre S. Agnese e S. Vincenzo vennero demolite alla fine del XVI secolo perché pericolanti. S. Stefano venne elevata a Parrocchia dal Cardinal Borromeo nel 1566.
Degli importanti reperti rinvenuti negli anni durante gli scavi, tre colonnine di marmo datate al V/VI secolo della mensa paleocristiana di S. Agnese, sono oggi conservate in un locale attiguo alla sacrestia.
Altri importanti manufatti che suggerivano l’origine paleocristiana della chiesa sono le tre capselle per le reliquie: la prima di marmo, la seconda in pietra gessosa e la terza in argento, datate alla fine IV/ inizi V secolo, e tre laminette votive in argento raffiguranti un santo, datate al V secolo.
Altre due iscrizioni frammentarie databili al 491 ed al 539 furono rinvenute tra il XVIII ed il XIX secolo e due frammenti di un’altra lastra con iscrizioni, la prima del "vir illustris Pierus", e la seconda di un "tus presbiter", vennero rinvenute durante i lavori del 1896.