Giazzéra
Tratto da: "Garlate, conoscere e inventare insieme un paese" di P. De Gradi.
La vecchia "giazzéra", costruzione del XVIII secolo, fin verso il 1930 è servita per conservare le carni.
Quando la "giazzéra" funzionava, l’ingresso era in via Marconi, in uno dei due lati, ora smussati per questione di viabilità. La costruzione è di forma ottagonale con volta a mattoni; interno in tondo,locale interrato, profondo 6-7 metri, i muri di 1 metro circa di spessore.
Sul tetto a "polenta” veniva posto uno strato di pula di riso che faceva da isolante; alcuni piastrini reggevano il tetto (gioia dei ragazzi entrare dalle finestrelle e saltare in mezzo alla pula!). Durante l’inverno, quando nevicava, i contadini portavano qui tante gerle di neve e ghiaccio prelevato dalle vasche (Abegg, Ronco, Gnecchi) per conto del macellaio che esercitava nel vicino mattatoio della "Curt del Vignascia”; compenso giornaliero un "caurén” (biglietto di banca corrispondente a due lire, con l’effige di Cavour) e "du cudeghétt” (due cotechini).
Erano guai per il macellaio quando la neve era poca; doveva ricorrere al ghiaccio artificiale a Lecco. Neve e ghiaccio venivano posti nel locale sotterraneo della ghiacciaia e pressati con il "tròch” (cilindro di legno) e sopra si appoggiavano le carni. Man mano che la neve si scioglieva si raggiungeva la carne con una scaletta. L’edificio e stato ristrutturato negli anni 90.